È stato pubblicato nei giorni scorsi il Rapporto Casa Italia sulla “Promozione della sicurezza dai Rischi naturali del Patrimonio abitativo”, con l’obiettivo di delineare un programma pluriennale di promozione della sicurezza a fronte di rischi di origine naturale (sisma, frane, alluvioni), dando priorità alla sicurezza delle abitazioni.
A seguito degli eventi sismici del centro Italia nel settembre del 2016, il Governo ha istituito il piano Casa Italia, un piano pluriennale di promozione della sicurezza del Paese a fronte di rischi naturali.
In questa ottica è stato pubblicato il “Rapporto sulla Promozione della sicurezza dai Rischi naturali del Patrimonio abitativo”, Rapporto Casa Italia, dedicato in modo specifico agli interventi sull’edilizia privata.
Il documento sintetizza i risultati dell’attività della Struttura di missione, fornendo in particolare:
- un quadro sistematico sul tema del miglioramento della sicurezza del patrimonio abitativo a fronte dei rischi di origine naturale e una “visione” delle modalità per affrontarlo
- una ricognizione delle principali attività già in corso presso soggetti pubblici e privati, funzionali a questi obiettivi generali, per assicurarne la valorizzazione ed evitare ogni inutile duplicazione
- un elenco di Piani d’azione prioritari, costruiti a legislazione e amministrazione ordinaria per assicurarne l’applicabilità sull’intero territorio nazionale, necessari per completare e raccordare le iniziative in atto
Il rischio naturale del territorio italiano
L’Italia è un territorio particolarmente sensibile ai fenomeni naturali, tra questi ricordiamo fenomeni sismici, franosi e alluvionali. Negli ultimi 70 anni, si sono registrate oltre 10.000 vittime per fenomeni idrogeologici e sismici; i danni economici nello stesso periodo sono stimati in circa 290 miliardi di euro, con una media annuale di circa 4 miliardi di euro.
Gli interventi sulla sicurezza non sono solo mirati a ridurre i danni di eventi futuri, ma hanno implicazioni positive sulla competitività e sulla stessa qualità della vita nel nostro Paese dal punto di vista ambientale, culturale, economico.
L’obiettivo del progetto Casa Italia è stimolare la domanda e rafforzare l’offerta di “sicurezza”, così che le risorse pubbliche siano utilizzate in modo più efficace ed efficiente.
Occorre invece ricorrere a un approccio di tipo strategico e adattativo, che si concretizza, nel documento redatto, in alcune linee specifiche:
- la costruzione di un quadro di riferimento generale, di una “visione nazionale”, che consenta ai soggetti pubblici e privati di comprendere le priorità di sistema cui rapportare la progettazione delle proprie scelte
- l’individuazione di interventi specifici, complementari a quanto già esiste e ai progetti in corso per la prevenzione dei rischi naturali, che consentano di stimolare la domanda (attraverso un aumento della consapevolezza sui problemi) e di rafforzare l’offerta (attraverso soluzioni prototipali di tipo procedurale e progettuale), definendo alcuni piani d’azione sostenibili e immediatamente attuabili
- l’analisi di come rendere più sinergici interventi che già oggi assorbono risorse pubbliche e che non valorizzano come si potrebbe il problema del rischio naturale (si pensi, a titolo d’esempio, alle politiche urbane)
I contenuti del Rapporto Casa Italia
Il rapporto è diviso in 3 parti per un totale di 9 capitoli.
La I parte del Rapporto Casa Italia analizza il quadro delle informazioni disponibili su pericolosità, vulnerabilità ed esposizione ai rischi naturali ed è articolata in 2 Capitoli:
il Capitolo 1 presenta una analisi delle basi di dati che oggi sono curate da istituti di ricerca ufficiali e nazionali
il Capitolo 2 analizza invece le informazioni disponibili a livello di un singolo edificio
La II parte esamina le politiche per la riduzione della pericolosità dei fenomeni naturali, della vulnerabilità degli edifici di fronte a tale eventi e del livello di esposizione di persone e cose ed è divisa in 3 Capitoli:
il Capitolo 3, in particolare, analizza le politiche per la riduzione della pericolosità dei fenomeni idrogeologici
il Capitolo 4 analizza le politiche per la riduzione della vulnerabilità degli edifici, particolarmente rilevanti a fronte di eventi sismici
il Capitolo 5, infine, analizza le politiche di contenimento e riduzione dell’esposizione, sotto forma di divieto alla localizzazione di edifici residenziali in alcune aree o all’incentivazione al loro abbandono
La III parte analizza alcuni interventi, complementari rispetto a quelli volti a ridurre il rischio da eventi naturali ma altrettanto importanti per assicurare l’efficacia del programma Casa Italia ed è formata da 3 Capitoli:
il Capitolo 6 discute le modalità per rafforzare la resilienza delle comunità, cioè la loro capacità di reagire agli shock determinati da eventi dannosi o catastrofici
il Capitolo 7 analizza alcune esperienze internazionali significative (tra le altre, quelle di Giappone, Nuova Zelanda e California), per individuare possibili progetti formativi
il Capitolo 8 affronta il tema della gestione finanziaria del rischio naturale
Per “Casa Italia”, il sostegno finanziario costituisce una condizione necessaria, ma non sufficiente, per innescare effettivamente gli interventi di riduzione della vulnerabilità; esso deve essere accompagnato da una consapevolezza diffusa della necessità di intervenire sugli edifici più vulnerabili e dalla disponibilità di tecnologie che rendano il progetto compatibile con la fruibilità continuativa dell’edificio da parte degli abitanti.
Gli interventi sulla sicurezza e sulla qualità del patrimonio abitativo promossi da “Casa Italia” non implicano solo ridurre i danni di eventi futuri: da punto di vista ambientale, possono migliorare, la sicurezza complessiva dei sistemi urbani e le prestazioni energetiche dei singoli manufatti, riducendo le emissioni inquinanti connesse al riscaldamento e al raffrescamento.
Contemporaneamente, dal punto di vista economico, gli interventi hanno un effetto moltiplicatore che potrebbe risollevare le sorti di un settore strutturalmente in crisi come quello dell’edilizia. A titolo esemplificativo, un intervento di miglioramento sismico limitato ai soli edifici in muratura portante, i più vulnerabili, nei 648 comuni italiani a maggiore pericolosità sismica comporterebbe, in base alle stime, un investimento nel settore edilizio di 36,8 miliardi di euro, con un effetto complessivo sull’economia valutabile in circa 129 miliardi di euro e, in oltre, 570.000 unità di lavoro equivalenti.