Il superbonus 110 ha portato numerosi vantaggi in termini economici ed edilizi, poiché ha dato la possibilità di eseguire numerosi lavori prima rimandati per costi eccessivamente onerosi, favorendo un lavoro più fluido per tutte le ditte del settore.
Si è trattato di un’operazione apprezzata all’unanimità da quasi tutte le forze in gioco, a partire dai diversi partiti politici fino ad arrivare ai sindacati e ai normali cittadini.
L’aspetto negativo di questa interessante iniziativa sta tuttavia iniziando ad emergere solo ora, quando si sono appurate le prime truffe nell’ambito della cessione del credito e della riscossione del bonus.
Sono sempre maggiori infatti le situazioni ambigue che sono emerse da verifiche più accurate, che hanno portato a numerosi accertamenti da parte della Magistratura, ora impegnata in diversi fermi amministrativi e sequestri che non fanno altro che rallentare tutta la procedura e impedire di godere di una misura fino a questo momento decisamente benefica.
Per correre ai ripari, il Governo Draghi nella persona del Ministro dell’Economia e delle Finanze Franco, ha deciso di elaborare un deciso emendamento che probabilmente entrerà in vigore nel giro di qualche settimana, per evitare ai furbetti di trarre ulteriori guadagni e poter ancora consentire ai cittadini onesti di usufruire di un provvedimento che si è rivelato importante nel rilancio del settore dopo la crisi economica dovuta al dilagare della pandemia.
Il settore dell’edilizia spera infatti in un prolungamento delle misure, che possono dare ossigeno in un momento di difficoltà e consentire una graduale ripresa del lavoro con previsioni migliori per i prossimi mesi.
La posizione ferma del Governo Draghi sulle truffe e la possibilità di elaborare misure dure contro gli evasori
A coloro che affermano che bisogna andare avanti senza considerare la mole di truffe che ogni giorno vengono scoperte e che coinvolgono la cessione del credito, Draghi risponde direttamente che non tollererà ulteriori anomalie e che interverrà con decisione limitando la possibilità di aggirare il decreto in maniera illegale.
Il Governo desidera infatti salvare sia la faccia ma anche le finanze, evitando sprechi e bonus non di spettanza verso coloro che non possiedono i requisiti.
Molti di quelli che sostengono la tesi della tolleranza sono addirittura parlamentari che hanno contribuito alla stesura della legge e con il loro atteggiamento permissivo hanno consentito di eseguire lavori con modalità scorrette senza controllare di fatto nella maniera giusta.
Questa situazione da liberi tutti non può essere più ammissibile e pertanto si è pensato di creare un sistema di vigilanza maggiormente efficace.
I cittadini onesti che desiderano ricevere il superbonus vedono infatti la propria pratica notevolmente rallentata, a causa delle indagini della magistratura che hanno rilevato azioni fraudolente per un importo pari a 2,3 miliardi di euro.
In realtà questa è soltanto la punta dell’iceberg, poiché le truffe a favore dello stato hanno una dimensione decisamente più ampia della rete di controllo messa in atto con l’introduzione del Super Bonus 110.
Il ministro Franco afferma che un esercizio di tale illegalità non si vedeva da molto tempo ed è necessario mettere in gioco tutte le carte possibili per far rientrare la situazione e permettere alla normativa di proseguire i suoi buoni frutti.
L’obiettivo è tracciare le operazioni con più perizia e consentire alle banche due o tre cessioni sotto una vigilanza diversa.
I nuovi limiti imposti per la cessione del credito e la nuova tipologia dei controlli
Tre sono i provvedimenti messi in gioco dal Governo per evitare che le truffe legate al Super Bonus 110 si estendano in maniera ancora più difficile da gestire.
- Il primo prevede la possibilità di gestire due o tre transazioni con lo stesso istituto bancario, così che l’operazione sia maggiormente circoscritta e più facile da controllare da parte dello stesso organo.
- Il secondo, invece, consente all’agenzia delle entrate di fare dei controlli tornando indietro nel tempo, così che sia possibile vagliare un maggior numero di transazioni anche anteriori alla data odierna, scoprendo tutti coloro che hanno utilizzato la cessione del credito in maniera irregolare.
- Nel terzo punto, si è pensato di stabilire un limite di cessioni del credito consentite a un solo individuo, così da impedire il dilagare di attività illecite ripetute in maniera costante nel tempo.
La modalità di esecuzione di queste migliorie non sarà un decreto correttivo come si poteva ipotizzare all’inizio della riflessione, bensì un emendamento da proporre in sede di conversione della legge, pronto ad entrare in vigore immediatamente per scoperchiare la quantità di truffe sotterranee che fino a questo momento sono rimaste taciute.
La data prevista è quella del 28 marzo 2022, entro la quale si dovrà approvare il Decreto Sostegni Bis e si procederà con l’emendamento relativo al Super Bonus 110.
Tuttavia, un controllo decisamente più accurato secondo i tre principi citati in precedenza verrà attuato già dal 17 febbraio, quando la vigilanza diverrà più serrata e si cercherà di procedere solo a cessioni del credito eseguite come previsto dalla norma di legge.
Tutti coloro che operano nel settore si augurano che questa misura porti a un miglioramento della situazione e consenta di utilizzare ancora l’enorme vantaggio del Decreto Ristori, che coinvolge sia le aziende edili che hanno dato respiro al proprio lavoro, sia i singoli cittadini che finalmente possono eseguire sul proprio stabile tutti quegli interventi che prima erano proibitivi dal punto di vista economico.
Il denaro verrà recuperato in tempi piuttosto brevi e aderendo alle modalità previste dalla legge, senza esagerare con le operazioni di cessione del credito e avendo la possibilità di rivolgersi a un solo istituto bancario per un massimo di tre transazioni.
Il braccio di ferro è iniziato, rimaniamo guardinghi per osservare come il Governo Draghi desidera limitare questa nuova modalità di truffa e proseguire nel suo programma di sostegno a tutte quelle attività in difficoltà a causa della crisi economica seguita alla pandemia, ancora in vigore e dalla quale si sta cercando di uscire con ogni mezzo a disposizione.