Una delle prime conseguenze della guerra in Ucraina è la difficoltà nel reperire un materiale fondamentale nel settore edile: l’acciaio.
Questo vuol dire che l’edilizia italiana deve prepararsi a vivere una situazione molto critica per quanto riguarda l’approvvigionamento di acciaio e altri importanti metalli.
Le problematiche che si aggiungono al rincaro dei prezzi
Oltre al già accennato aumento dei prezzi, il conflitto in Ucraina sta determinando dei ritardi nelle consegne delle forniture di acciaio e altri metalli, anche a causa del caro benzina che sta rallentando i trasporti.
Come intuibile, l’acciaio in campo edile è un materiale fondamentale per realizzare infrastrutture.
Questo tipo di problematica, anche se in maniera minore, potrà influire sull’edilizia privata e residenziale.
Inoltre, in Italia ad aggravare la situazione sono le scadenze sempre più prossime relative al Superbonus 110 per unità unifamiliari e condomini.
La guerra in Ucraina, unite alle sanzioni date alla Russia, avranno delle conseguenze economiche pesanti sia per l’Italia che per l’Europa.
Questo pone dei precisi dubbi, ovvero se il mattone può essere ancora un investimento sicuro in uno scenario così incerto, così come il mercato immobiliare.
Infatti, le sanzioni che colpiscono la Russia andranno a impattare, nell’immediato, sulle capacità di spesa degli oligarchi russi che non potranno più effettuare acquisti e non potranno accedere ai propri beni immobili.
Vediamo, quindi, le conseguenze.
Cosa succederà al mercato immobiliare
Dal punto di vista del mercato immobiliare le conseguenze saranno leggermente inferiori rispetto al settore edile.
Questo dipende dal fatto che il Real Estate risponde a logiche di mercato basate su un tipo di ciclo medio-lungo. Sarà difficile, invece, vedere delle ripercussioni forti a breve termine.
Ma quali sono gli scenari che dobbiamo aspettarci a lungo termine nel mercato immobiliare che scaturiranno dal conflitto russo-ucraino?
Sicuramente, è prevedibile che avverrà un aumento dell’inflazione che potrebbe spingere gli italiani a optare per misure e scelte molto più prudenti. Questo potrebbe avere forti conseguenze sul settore immobiliare. Invece, al contrario, chi dispone di grosse somme di denaro da investire potrebbe decidere di fare una scelta controcorrente, ovvero investire in un bene di rifugio come, ad esempio, un immobile. Questo consente di evitare un’eccessiva liquidità e investimenti più rischiosi e più volubili.
Un altro rischio che potrebbe scaturire dalla guerra, oltre l’inflazione, è l’aumento dei tassi dei mutui. Questo significa che potrebbero diventare meno accessibili. Quindi, il mercato potrebbe rallentare anche se è ancora troppo presto per esserne certi.

Le conseguenze sulle compravendite immobiliari
Nel settore si prevedono dei rialzi dei prezzi dovuti a un fenomeno di inflazione che si pensa possa avvenire. Oltre a interessare tutti i settori dell’economia, questo fenomeno colpirà sicuramente i tassi dei mutui.
Da questo punto di vista, sono stati già registrati su operazioni di finanziamento in corso di strutturazione da parte di investitori istituzionali.
Inoltre, è possibile che avverrà un innalzamento dei tassi e dei costi relativi alle operazioni di finanziamento. Attualmente, è possibile segnalare che le operazioni di investimento da parte di operatori internazionali sono state totalmente confermate. Naturalmente ci riferiamo a quelle adesso in corso e che non presentano particolari ricadute.
Bisogna sottolineare, però, che il mercato dei capitali è molto rapido e cambia continuamente. Quindi, l’evolversi delle politiche di investimento potrebbe modificarsi di giorno in giorno senza che ci siano precisi segnali di preavviso.
Quali sono le conseguenze sul valore degli immobili esistenti e quelli nuovi
Abbiamo parlato, in questo articolo, in modo particolare della crescita dei prezzi causata da un’inflazione molto forte. Questo fenomeno avrà, di certo, delle conseguenze più sul nuovo che sull’esistente. Precisiamo, però, che andrà a colpire entrambi i segmenti.
Nel breve e medio termine potrebbe determinarsi un netto calo della domanda sul nuovo a favore di un usato a un costo più basso. Questo vale soprattutto se l’usato è stato sottoposto a recente ristrutturazione dal punto di vista energetico e sismico, tramite Superbonus.
Una caduta negativa potrebbe averlo il settore degli investimenti e dello sviluppo immobiliare, soprattutto in ottica green, a causa di una notevole crescita del costo dei materiali prime e di quelli per l’edilizia. Questa impennata dei prezzi porterà alla crescita dei costi di costruzione di immobili nuovi.
Quindi, dovranno essere rivisti i budget e i business plan relativi alle operazioni di sviluppo che potrebbero entrare in crisi per il venir meno delle condizioni sia di profittabilità che di sostenibilità.
Questa condizione, che il mercato subisce già da qualche mese, è stata peggiorata dalle misure restrittive che sono scaturite dalla guerra in Ucraina e può portare a un rischio di default delle operazioni di sviluppo di costruzioni nuove di recente acquisizione. Il rischio è di veder spostare queste operazioni verso valori più elevati dei prezzi e con una leva finanziaria spinta in maniera eccessiva.
Quindi, sono molti a chiedersi se in questo momento di crisi causato dal conflitto possa considerarsi un rifugio l’investimento immobiliare.
La risposta è si.
Le guerre, storicamente, portano a periodi di volatilità economica e di forte incertezza.
L’immobile, in questo contesto, viene visto come il migliore bene di rifugio.
Quindi, è auspicabile una domanda in crescita per poter indirizzare parte dei grossi risparmi di quella fetta di popolo italiano che non sarà colpito dal processo di impoverimento causato dalla pandemia.

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